I borghi più belli e caratteristici del Paese si mettono in mostra, il 1° giugno, organizzando eventi culturali e feste di piazza per rivendicare con orgoglio il loro contributo all'identità nazionale.
Un'occasione per conoscere, apprezzare, amare quest'Italia poco nota ma non meno ricca e suggestiva,
un'occasione per visitare luoghi di indimenticabile bellezza che fanno grande l'Italia nel mondo.
Ma non sono solo belli i nostri piccoli comuni, sono sentinelle in territori che altrimenti sarebbero abbandonati, sono le roccaforti di antichi saperi e insieme laboratori in cui sta crescendo innovazione e sviluppo sostenibile. Luoghi strategici in cui la green economy, unita alla bellezza di paesaggi unici e ad una straordinaria varietà ambientale e culturale, può concretamete contribuire a creare nuova occupazione, nuove speranze.
Questi comuni rappresentato una specificità del nostro Paese che possiede modalità di gestione, di produzione e di stili di vita molto diversi dalle realtà urbane e che spesso non viene riconosciuta e valorizzata dalle iniziative politiche e di programmazione nazionale.
In Italia sono 5.698 i piccoli comuni con meno di 5mila abitanti, ospitano oltre 10 milioni di persone, producono il 93% dei prodotti a marchio certificato (Dop e Igp), investono sulle fonti rinnovabili e producono energia pulita.
Benchè siano custodi di gran parte dei tesori di cultura e tradizioni nazionali, rischiano di sparire a causa del disagio insediativo, ovvero dello spopolamento di vaste aree dettato dalla mancanza di collegamenti e servizi indispensabili a governare lo sviluppo dei territori.
Per questo sono state rivolte richieste specifiche al Governo Renzi per cambiare rotta e interessarsi a politiche mirate alle aree interne a partire da semplificazioni amministrative, quale la deroga dal patto di stabilità, per gli investimenti sulla messa in sicurezza di scuole e territorio e per il cofinanziamento dei progetti europei.
Fonte: Legambiente