Fino al 9 Dicembre è a Pordenone una mostra internazionale su Mario Sironi (1885-1961), pittore, illustratore, grafico, scultore, decoratore, scenografo.
In mostra circa 200 opere tra cui celebri e straordinari capolavori e pezzi rari che non venivano esposti da 50 anni.
Il pubblico potrà ammirare anche l’Architetto (esposto alla Biennale di Venezia del 1924), il primo Paesaggio urbano (esposto nel 1920) o ancora Solitudine del 1925 (esposto alla Prima Mostra del Novecento Italiano), i dipinti futuristi Testa del 1913 e Il Viandante del 1915, insieme a molti dei suoi emblematici paesaggi urbani tra i più conosciuti, e alle figure classicheggianti che costituiscono l’aspetto forse più noto dell’artista.
Ai dipinti sono affiancate numerose tra le più significative opere grafiche e un centinaio di illustrazioni per riviste anch’esse esposte: da “Noi e il Mondo” a “Gli Avvenimenti”, alle “Industrie Italiane Illustrate”, alle varie pubblicazioni collegate al “Popolo d’Italia”, fino alle copertine di libri.
Mario Sironi nasce a Sassari il 12 maggio 1885; il padre Enrico, di origine lombarda, era ingegnere del genio Civile. Già nel 1886 la famiglia si trasferisce definitivamente a Roma, dove il giovane si forma culturalmente. Nel 1903, a diciotto anni, Mario Sironi incontra alla Scuola Libera del Nudo di via Ripetta, Boccioni, Severini e il loro più anziano amico e maestro Giacomo Balla. Questo incontro risulta determinante per il giovane artista, che aveva da poco abbandonato gli studi di ingegneria per dedicarsi interamente alla pittura, che vede la sua adesione al divissionismo.
Pordenone, Galleria Harry Bertoia (corso Vittorio Emanuele II, 60) – fino al 9 dicembre 2018