Una decisione del
Consiglio dei Ministri che ha sollevato immediati malumori: prorogati per circa 2 anni i termini volti all'approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina "al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilita".

La decisione è strana ma forse prevedibile: l'obiettivo del governo, in momento di crisi economica, è stato quello di evitare il pagamento delle penali. Ma le contestazioni sono profonde.
Secondo il
Wwf è stata un decisione pilatesca degna della Prima Repubblica, perchè ingiustificabile per un Governo dei tecnici sospendere per altri 2 anni l'inevitabile stop alla realizzazione del Ponte.
"Il Governo dopo ben 9 anni di studi - ha dichiarato il Wwf - ha già oggi tutti gli elementi per chiudere con il progetto, con il General Contractor (senza pagare penali) e con quell'ente inutile che è la società Stretto di Messina SpA".
La cosa grave è che il Progetto era in sospeso già da oltre un anno, e l'esecutivo non ha voluto prendere una decisione drastica preferendone rinviare di altri due anni l'approvazione o meno del progetto definitivo dell'opera.
Anche
Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, commentando la notizia della decisione presa dal Consiglio dei Ministri ha dichiarato che "non è la proroga per l'approvazione la strada più conveniente, ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perchè tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina".
Maria Zenoli