L'Architettura rappresenta da sempre una delle più alte espressioni della cultura e della civiltà di un popolo. È la traduzione in spazi, superfici, paesaggi dell'anima profonda di un Paese.

La storia millenaria delle nostre città e dei nostri borghi testimonia quanto sia importante la qualità e la bellezza dei luoghi in cui viviamo.
Per questo il diritto all'Architettura è un diritto di tutti.
Deve essere salvaguardato. Come bene comune e non come espressione di una parte, di un gruppo o, peggio, di una corporazione. Gli architetti lavorano a garanzia dei cittadini.
Eppure proprio in Italia l'Architettura è relegata ad un ruolo marginale nelle dinamiche sociali, culturali, politiche ed economiche del Paese.
Il progetto di Architettura non è il disbrigo di una pratica burocratica o una pura consulenza tecnica: è un'altra cosa. È il pensiero che sottende alla costruzione delle cose, è la pianificazione graduale del volto che assume il mondo in cui viviamo.
Far soccombere il “progetto” alle logiche della peggiore politica, della peggiore amministrazione, della convenienza economica di breve respiro e delle clientele, è molto rischioso. Per tutti.
Lo dimostrano, ogni giorno, le tragedie legate allo sfruttamento irresponsabile del territorio. Lo confermano gli scempi della mancata pianificazione urbanistica.
Mercoledì scorso, 11 gennaio, è stato pubblicato (sul Corriere della Sera) l'appello a cura dell'Ordine degli Architetti di Roma, rivolto ai politici, agli esponenti della cultura italiana ed alla opinione pubblica, a tutela dei cittadini e del diritto della comunità ai valori della cultura architettonica.
Sottoscriviamo tutti questo appello come garanzia dei nostri diritti.
Per sottoscrivere l'appello vai alla pagina:
www.architettiroma.it/dirittoallarchitettura/