Evidentemente l’idea di base è quella di "rafforzare regole e controlli, che sono fondamentali".
Ma il Ministro ha anche evidenziato che non è più possibile proseguire con un vecchio modo di intendere la gestione ambientale perché si troveranno sempre contro le opposizioni dei conservazionisti e delle vecchie impostazioni filo - ambientaliste.
“Il problema è che nel nostro Paese –ha spiegato Clini- sorgono improvvisati comitati che utilizzano presunte ragioni ecologiche con il solo obiettivo di consolidarsi politicamente. E poi hanno un’idea strana della cosa pubblica: acquista forza il soggetto, politico e istituzionale, che esercita un potere interdittivo. Così però non cresce l’economia e non si preserva l’ambiente”.
Per il ministro, infatti, servono nuove iniziative, per cui, anziché privatizzare i parchi (visto che le risorse sono destinate a ridursi considerevolmente) propone l'avvio di un "welfare ambientale" con una parte di gettito fiscale attribuito all'ecologia. “Senza soldi, e non ce ne sono – ha sottolineato Clini - i parchi muoiono. Oggi sono gestiti come monumenti, ma sono una cosa viva. La mia idea è quella di farci lavorare i giovani, ovviamente nel rispetto delle competenze di questi enti”.
Ma queste idee hanno subito sollevato vari dubbi e contrarietà: il WWF ha prontamente reagito con il suo Presidente Stefano Leoni che ha dichiarato "i parchi sono enti parastatali e sarebbe impensabile che siano gestiti da cooperative"; ed il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri ha così replicato: “La conservazione della biodiversità è un problema molto complesso, e il ministro Clini ha dimostrato di saperlo bene. Ancor più complessa è la gestione dei parchi, che insieme alla conservazione della biodiversità, missione prioritaria ed ineludibile, in Italia devono assicurare lo sviluppo adeguato ma sostenibile ed equilibrato di territori ampi e antropizzati.”
“Il ministro – continua Sammuri – parla giustamente di parchi ‘senza soldi’ e alla luce di questa innegabile condizione risultano ancor più apprezzabili i risultati ottenuti nella loro attività. Una attività che, tra l’altro, ha dato fin qui lavoro a molte centinaia di piccole e piccolissime imprese, molto spesso cooperative, che svolgono anche un preziosissimo ruolo di coesione sociale e di relazione tra istituzioni pubbliche e società civile".
Sarà quindi necessario ipotizzare uno sforzo collettivo. Auguriamocelo.
Ing. Enzo Ritto