In Italia ben 6.633 comuni italiani hanno aree a
rischio idrogeologico. Ogni autunno si ripetono, ineluttabilmente, eventi emergenziali che mettono a rischio territori e paesi, provocando vittime e danni.

Associazioni, sindaci, ordini professionali, tecnici ed esperti hanno aperto un importante percorso comune con l'obiettivo di sviluppare risposte efficaci a questa grave
emergenza nazionale: oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni.
Nasce proprio da questi numeri, l’importante incontro di ieri
a Roma, un appuntamento inedito che ha visto, finalmente, discutere e confrontarsi con l’obiettivo comune di riflettere per sviluppare percorsi risolutivi in grado di rispondere in modo efficacie alle ripetute emergenze legate al rischio idrogeologico nel nostro paese.
Sono sempre le emergenze che scattano ormai sistematicamente ogni autunno, a causa della mancanza di un’adeguata politica di
prevenzione e di
governo del territorio.
La novità dei fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, dimostrano la necessità di considerare i loro effetti per pianificare e programmare le
politiche territoriali nei prossimi anni.
Governo del territorio e
bacini idrografici,
manutenzione e
rinaturazione,
semplificazione normativa, reperimento e continuità delle risorse economiche per un'efficace politica di prevenzione, sono quindi le principali criticità da affrontare attraverso un nuovo approccio al problema, un approccio scientifico, adeguato alle novità e ai cambiamenti in atto che proprio la conferenza di oggi vuole inaugurare.